
Il capo ultras Andrea Puntorno intervistato da Report
Operazione della Direzione Investigativa antimafia che ad Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma sta eseguendo 32 ordinanze di custodia cautelare, emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, per associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio.
L’operazione, denominata Kerkent, ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere, con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, dedita all’organizzazione, sia degli aspetti operativi che di quelli logistici, di un’intensa attività di traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato.
Tra gli arrestati anche il capo degli ultrà della Juventus Andrea Puntorno, che era tornato un anno fa ad Agrigento, lasciando Torino. Lo scorso ottobre era stato intervistato dalla trasmissione tv “Report“, in cui aveva svelato intrecci tra i gruppi ultras della Juve e la criminalità. Secondo quanto emerso dall’inchiesta coordinata dalla procura di Palermo, l’uomo, già sottoposto a sorveglianza speciale, farebbe parte dell’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato. Il capo del gruppo ultras ‘Bravi ragazzi‘, è stato già coinvolto in operazioni contro lo smercio di droga e un vasto bagarinaggio.
All’operazione partecipano anche i Carabinieri del comando provinciale di Agrigento che, nell’ambito del medesimo provvedimento, stanno eseguendo ulteriori 2 ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di due persone accusate di concorso in sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso. Nell’ordinanza il 50enne Antonio Massimino, ritenuto dagli inquirenti il reggente della famiglia di Agrigento – già detenuto in carcere – con l’accusa di aver ordinato un sequestro di persona e di avere commesso una violenza sessuale.