Un proscioglimento e una condanna. Così due dei magistrati impegnati alla caccia al latitante Matteo Messina Denaro sono stati giudicati dal Tribunale di Caltanissetta. Condannata a 40 giorni di reclusione (pena sospesa) Maria Teresa Principato, ex procuratore aggiunto di Palermo e adesso tra i magistrati della Direzione nazionale antimafia, mentre è stato prosciolto Marcello Viola, all’epoca Procuratore capo di Trapani e adesso procuratore generale a Firenze.
La prima ha coordinato le indagini sulla cattura del latitante castelvetranese ricercato dal 1993, mentre il secondo è stato a capo dell’ufficio inquirente trapanese fino al settembre 2016.
In entrambi i procedimenti era imputato anche un appuntato della Guardia di finanza, Calogero Pulici (all’epoca applicato alla segreteria della Principato), che è stato prosciolto in uno e assolto nell’altro. La Principato si trovava a processo con l’accusa di rivelazione di notizie riservate perchè “indebitamente – hanno scritto i pm nella richiesta di rinvio a giudizio – rivelava al finanziere indagato notizie coperte dal segreto. Segnatamente riferiva all’indagato l’oggetto del procedimento penale e in particolare che lo stesso era relativo al rinvenimento nei dispositivi informatici di esso indagato di ‘dati sensibili’ concernenti l’attività lavorativa e la sfera privata della stessa”.
L’ex procuratore di Trapani, invece era accusato di aver ricevuto una pen drive contenente materiale coperto da segreto investigativo (riguardanti i verbali di interrogatorio del collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino) da Calogero Pulici. Per Viola la stessa procura aveva chiesto l’archiviazione, ma il Gip aveva disposto l’imputazione coatta. (red)
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