Il Trapani di mister Italiano, pareggiando al Provinciale contro il Catania supera la semifinale e accede all’ultimo scontro contro il Piacenza per la promozione in Serie B. Un Trapani che, pur non brillante come all’andata -dove per 70 minuti ha dominato la gara, uscendo però solo con un pareggio – ha provato a fare la partita, ma stavolta è stato più guardingo, senza snaturare il suo gioco in velocità e a ritmi alti. Paradossalmente quando doveva abbassarli, nell’ultima mezzora, con un gol di vantaggio e un uomo in più, ha mostrato qualche limite, di stanchezza (le settimane senza giocare si sono fatte sentire) e di concentrazione.
Il Catania è quello mostrato durante tutta la stagione: una squadra lenta, con poche idee, e quando qualche individualità (come Lodi all’andata) non esce un coniglio dal cilindro, è buio notte. Rossoazzurri che non accelerano nemmeno dopo che al 26° subiscono un gol su punizione dallo specialista Taugourdeau. Neanche i tre cambi che Sottil fa dopo l’intervallo rendono gli etnei più incisivi. Solo al 69° il neo entrato Curiale, ex poco amato a Trapani, improvvisamente su un pallone proveniente dalla tre quarti batte di testa Dini. Da lì in poi si gioca poco, con i granata, stanchi, che non riescono a dare il ko finale ai catanesi, sempre più nervosi che chiudono in otto in campo. Al 98° fischio finale e festa grande granata sugli spalti.
Prendersela a fine partita, come fa Lo Monaco, con Simone Sozza di Seregno per le espulsioni di Andrea Esposito (un pugno in faccia a un avversario a gioco fermo), Luca Calapai (doppia ammonizione) e, nel finale, Marco Biagianti (scaramuccia con la panchina avversaria) invece che con i suoi giocatori, è assolutamente fuori luogo. L’arbitro ha invece tenuto in pugno un match molto difficile e nervoso. E mentre gli etnei pensano già mestamente alle scadenze societarie, i granata da oggi hanno la testa solo al Piacenza: andata sabato prossimo 8 giugno, ritorno sabato 15. Saranno certamente giorni di passione in città. (VO)
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