“Una Sicilia compatta e unita aiuta anche la rappresentanza degli industriali siciliani in logica nazionale”. Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine di un incontro con imprenditori ed eurodeputati, nella sede di Sicindustria, a Palermo, in vista delle elezioni europee, rispondendo ai giornalisti sul caso del “Sistema Montante” e sull’ipotesi di tornare alle elezioni interne per individuare i nuovi organismi di Confindustria regionale. L’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante è stato arrestato per corruzione e con l’accusa di avere creato una rete in grado anche di avere notizie sulle indagini. Il suo successore, Giuseppe Catanzaro, si è autosospeso dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito della stessa indagine.
“E’ una questione che stanno vedendo i nostri e mi sembra che stanno cercando un’idea di sistema e di aggregazione all’interno della riforma Pesenti (che ha modificato lo statuto di Confindustria, dimezzando il numero delle associazioni territoriali, ndr). Stanno facendo un buon lavoro e penso possa essere l’occasione per una grande aggregazione”. Il presidente degli industriali italiani liquida così quel sistema che, secondo il presidente dell’Antimafia regionale Claudio Fava, “era una sorta di governo parallelo che occupava quasi militarmente le istituzioni regionali”.
L’organizzazione degli industriali oggi in Sicilia è divisa tra Sicindustria, che comprende i territori di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa e Trapani, e le autonome Confindustria Messina, Confindustria Catania e Confindustria Siracusa.
Per il resto Boccia ha pontificato più su quello che il governo nazionale può fare per le imprese, piuttosto che quello che gli industriali possono fare per lo sviluppo del Paese. Anche sul Sud, ricette di circostanza: “Dobbiamo ripartire dalla centralità del lavoro e da un grande piano di inclusione giovanile nel mondo del lavoro, avendo una visione del Paese che non può più essere periferia di Europa ma centrale tra Europa e Mediterraneo. In questo il Sud assumerebbe una sua centralità. Questo significa avere una visione molto chiara del futuro dell’Europa, e dibattere sui fini e non sulle chiacchiere delle alleanze. Tra le 276 regioni in Europa – ha concluso Boccia – le ultime 4-5 sono le nostre del Mezzogiorno: Sicilia, Campania, Sardegna, Puglia e Calabria”.
Più concreto almeno Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria: “Chiediamo uno scatto in avanti, uno scatto per la competitività e c’è un solo vero motore dell’economia: le imprese. L’urgenza oggi è rappresentata dalla creazione di lavoro. E’ per questo che occorre, innanzitutto, sbloccare i cantieri. Capite bene che per una regione come la nostra questa è l’unica strada per dare ossigeno immediato all’economia”. I cantieri di cui parla sono quelli delle opere pubbliche, e anche qui si torna al governo, nazionale e regionale. (red)
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