Le criticità nell’attività della magistratura contabile della Sicilia derivano dall’insufficienza di magistrati e di personale di cancelleria. E’ quanto emerge dai dati resi noti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti che si tiene stamattina a Palermo alla Scuola delle scienze giuridiche ed economico sociali dell’Università degli Studi, alla presenza delle più alte cariche istituzionali. “Pur con tali criticità – sottolinea il presidente, Guido Carlino, nella sua relazione – i giudizi di responsabilità e di pensione sono stati definiti in termini ragionevoli, rispettando la tempistica prevista dalla vigente normativa e rispondendo quindi alle aspettative dei cittadini siciliani”.
Nel corso del 2018 infatti la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti siciliana ha celebrato 103 udienze pubbliche (collegiali e monocratiche) e 56 udienze camerali. Sono state emesse 960 sentenze, di cui 118 sentenze in materia di responsabilità amministrativa nei confronti di 186 amministratori o dipendenti pubblici, e pronunciate condanne per 15,5 milioni di euro con un leggero incremento rispetto al precedente anno (14,4 milioni di euro). Cinquanta sono state le sentenze in materia di conti giudiziali resi da agenti contabili (tesorieri, consegnatari, economi); 788 le sentenze in materia di pensioni pubbliche. Sono state inoltre emesse 163 ordinanze e 8298 decreti in materia di conti giudiziali.
Alla Sezione giurisdizionale per la Sicilia della Corte dei Conti sono assegnati al momento sette magistrati (il presidente e sei giudici) rispetto ai quattordici previsti dall’organico. In servizio ci sono dunque solo la metà dei magistrati necessari a portare avanti nell’Isola l’attività della Corte.
Per il procuratore della Corte dei conti Gianluca Albo “Sotto il profilo della correzione dell’azione amministrativa e delle distorsioni dell’azione amministrativa, segnaliamo il ricorso ingiustificato a incarichi fiduciari, con il culto della ricerca dell’uomo fedele anzichè dell’uomo bravo, oppure le violazioni delle regole sui divieti di assunzione”. “Un sistema anticorruzione credibile non può più prescindere da un chiaro intervento del legislatore che, in aderenza al principio di proporzionalità, preveda e disciplini conseguenze interdittive per coloro che all’esito del giudizio della Corte dei conti siano stati riconosciuti responsabili di gravi condotte lesive per l’Erario; la condanna, infatti, e’ un evento oggettivo sintomatico, quanto meno, di inidoneità a gestire le risorse pubbliche che tramite la fiscalità lo Stato riceve dai suoi cittadini”.
Per quanto riguarda la formazione professionale Albo ha citato il caso del Ciapi di Priolo, ente in house della Regione. La Procura ha calcolato un danno di oltre 34 milioni di euro per un servizio di orientamento al lavoro direttamente affidato a un “ente strutturalmente inadeguato”. Non era cioè in condizioni di svolgere l’attività per la quale ha ricevuto ingenti finanziamenti. Per questo la Procura generale ha contestato, sulla base di un’indagine della Guardia di finanza, un danno di 35 milioni e 410 mila euro al dirigente pro tempore del dipartimento formazione della Regione, alla giunta regionale che aveva approvato i finanziamenti e agli amministratori del Ciapi di Priolo.
(sicilia.admaioramedia.it)