
La conferenza stampa dei leader del centrodestra con Solinas
Domenica vanno al voto i sardi per l’elezione del presidente della Sardegna e il rinnovo dei 60 onorevoli (si anche lì sono onorevoli) del consiglio della Regione autonoma. L’isola esce da 5 anni di amministrazione del centro sinistra con Francesco Pigliaru, eletto quando era prorettore dell’università di Cagliari.

Massima Zedda
Non si è ricandidato – la sua giunta è stata molto criticata su sanità, lavoro e continuità territoriale – lasciando il testimone in queste elezioni a Massimo Zedda, sindaco di Cagliari dal 2011, un passato in Sel, ora indipendente di sinistra. Con lui tutti il centrosinistra unito, con la speranza di non lasciare la Regione e invertire la tendenza nazionale.
E a poche ore dal voto, come in Abruzzo, anche in Sardegna il centrodestra ha organizzato una conferenza stampa congiunta coi tre leader nazionali per sostenere il candidato governatore, Christian Solinas, segretario dello storico Partito sardo d’Azione: “Quella portò bene – ha ricordato Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia – E’ stata l’ennesima dimostrazione che quando siamo compatti si vince. Peraltro, ci sono diverse somiglianze con la Sardegna. In particolare, un presidente uscente del Pd che non si ricandidò, consapevole di non poter rivendicare cinque anni di buon governo. Come in Sardegna”.
“Sono stanco, ma contento – ha detto Matteo Salvini, segretario della Lega e ministro dell’Interno, ricordando i 30 appuntamenti sardi di questa campagna elettorale – Tornerò nell’Isola come forza di governo regionale perché vogliamo ridare ai Sardi orgoglio, dignità e lavoro, ma soprattutto risolvere i problemi lasciati dalla sinistra, che infatti si è vergognata e non ha ricandidato il presidente uscente. A cominciare dalla sanità, passando per i trasporti e l’energia: la Sardegna non può fare a meno del metano. Quanto alla vertenza latte, siamo partiti da posizioni assai distanti che, poi, con la nostra mediazione, si sono avvicinate e speriamo di trovare un buon accordo. Però, sia chiaro, da oggi gli industriali non si sognino di speculare sul lavoro dei pastori, vigileremo”.
“Abbiamo un programma scritto insieme e condiviso – ha sottolineato Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia – ed un buon candidato per governare bene cinque anni in questa isola meravigliosa. La Sardegna deve far decollare definitivamente il turismo, differenziando l’offerta che non può essere circoscritta alla sola estate. Serve creare condizioni di favore per le imprese, che siano così motivate ad investire e ad assumere nell’Isola”.
“Cambiare le sorti di questo territorio dev’essere l’obiettivo principale del nostro governo regionale – ha aggiunto Meloni – Bisogna ridurre il divario tra ricchezza potenziale e reale, in una terra che ha tante possibilità di crescita”.
Occorrerà raggiungere la maggioranza (anche solo relativa) dei voti per essere eletto presidente. Alle liste collegate al presidente eletto viene eventualmente assegnato un premio di maggioranza del 60% dei seggi nel caso questi abbia ottenuto una percentuale di preferenze superiore al 40%; il 55% dei seggi nel caso il presidente eletto abbia ottenuto una percentuale di preferenze compresa fra il 25% e il 40%, mentre nessun premio di maggioranza è assegnato nel poco probabile caso in cui il presidente è eletto con meno del 25%.

Francesco Desogus con Luigi Di Maio
Ai due si contrappone Francesco Desogus, per il Movimento 5 Stelle, funzionario della biblioteca “Emilio Lussu” di Monte Claro. Non si sono fatti vedere big durante la campagna elettorale, solo venerdì è giunto a Cagliari il vice premier Luigi Di Mao: “Pieno sostegno ai pastori sardi, no alle centrali nucleari in Sardegna. Da lunedì entreremo in Regione, col reddito di cittadinanza tantissimi sardi non dovranno più emigrare. Siamo onesti, per questo tutti parlano male di noi”. Entusiasmo da comizio. Però in tv aveva messo le mani avanti: “Sono anni che alle amministrative noi andiamo male. Questo è un déjà vu“.
Sono sette in totale i candidati in lista: vi sono anche Andrea Murgia, candidato della coalizione indipendentista di sinistra “Autodeterminatzione, l’ex presidente della Regione, Mauro Pili, ex PdL, con un altro polo indipendentista (Sardi e Liberi), e Paolo Manichedda per il Partito dei Sardi. (RED)
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