Dopo solo sei mesi in vostra compagnia, da qualche giorno, ho lasciato la direzione di Ad Maiora Media, un quotidiano all’insegna di “uno sguardo alla Sicilia da un’altra prospettiva” iniziativa che purtroppo non è giunta in porto. La mancanza di risorse ci ha costretto a dire basta.
Abbiamo cercato in questi mesi di offrire contenuti diversi al dibattito sullo stato della Sicilia, puntando più sulla qualità invece che lasciarci influenzare dalla quantità di like. Abbiamo cercato di rappresentare una voce alternativa nello scenario dell’informazione dell’isola. Forse non ci siamo riusciti, ma il settore dell’informazione, già in sofferenza in Italia, è in uno stato comatoso in Sicilia.
Basta guardare la drammatica crisi che coinvolge i quotidiani cartacei La Sicilia e Il Giornale di Sicilia (prepensionamenti, chiusura delle redazioni periferiche, collaborazioni non pagate, contratti di solidarietà), mentre l’informazione on line è nella più profonda deregulation, sia riguardo le più elementari regole deontologiche della professione giornalistica, che del rispetto del costo del lavoro, anzi in tanti collaborano gratis, magari per giungere al fatidico tesserino di “pubblicista”. Quindi una concorrenza “sleale” per chi invece le regole vuole rispettarle.
In tutto questo l’ordine professionale (con sempre meno professionisti) chiude gli occhi sui tanti casi di commistione di lavoro pubblico-privato, sulle fake news, sul lavoro nero. Il sindacato in periferia (come a Enna o a Siracusa per fare qualche esempio) cerca di tenere la barra dritta, mentre Assostampa Sicilia aveva deciso di bloccare sine die il primo concorso (per 12 posti) avviato in Sicilia in un ente pubblico dal lontano 2003, quello per l’ufficio stampa della Regione, con un ricorso al Tar (che nei giorni scorsi è stato respinto dai giudici amministrativi, con condanna alle spese, e quindi andrà avanti), lasciando gli assessori regionali liberi di informare a modo loro e con chi vogliono loro. E nel frattempo nel più assoluto silenzio continua a essere rinviato il concorso al comune di Palermo. Nel mentre tanti sindaci siciliani continuano a “comunicare” in prima persona, senza addetto stampa. Un suggerimento all’ordine: molti di questi primi cittadini hanno già fatto più di 60 comunicati in due anni, facciamoli pubblicisti e li iscriviamo all’ordine!
Un sincero grazie, infine, a tutti i lettori che ci hanno accompagnato nel nostro percorso.
Vito Orlando