Raffaele Lombardo riabbraccia Gianfranco Miccichè. Un sodalizio tornato intenso come in quei mesi del 2012, quando in marzo, a pochi mesi dalle elezioni regionali, il Gip del tribunale di Catania decise di mandare a processo l’allora presidente della Regione per concorso esterno in associazione mafiosa. Con Lombardo azzoppato, una delle tre gambe di quella spuria coalizione, quella del PD di Lumia e Cracolici lo mollò e così oltre agli autonomisti, rimase solo il PdL Sicilia di Miccichè a sostenerlo. Sappiamo poi come andarono le cose: prima proposero a Musumeci di candidarsi alla presidenza della Regione, e quando Alfano, allora reggente dei Berlusconiani in Sicilia, obtorto collo, decise di appoggiare quella candidatura i due mollarono Musumeci per candidare lo stesso Miccichè, con il risultato di permettere al gelese Crocetta, con solo il 30,48%, di essere eletto presidente della regione.
La notizia è questa: Miccichè deve portare a tutti i costi un suo candidato a sedersi a Strasburgo, ne vale la sua leadership e visto che secondo le proiezioni a Forza Italia nella circoscrizione Isole ne andrà stavolta solo uno, non può permettersi che venga superato da un “catanese”, che sia ex An come Catanoso o ex alfaniano come l’uscente La Via. Per questo aveva puntato tutto sul capogruppo all’Ars Vincenzo Milazzo, ma Saverio Romano, forte dell’accordo diretto con Berlusconi, da un lato e Salvo Pogliese dall’altro, hanno complicato i suoi piani fino a giungere al braccio di ferro con Arcore e con Tajani. Da qui anche i documenti fatti firmare a deputati regionali a nazionali dell’isola (con la sola eccezione di Giusi Bartolozzi e dell’assessore Armao) a sostegno della sua linea.
Dall’altro lato Lombardo con il suo movimento autonomista aveva raggiunto l’accordo con la Meloni per inserire un suo candidato (il capogruppo al’Ars Carmelo Pullara) nella lista di Fratelli d’Italia. Il ragionamento era semplice: convogliamo tutte le nostre preferenze su un solo candidato, permettendogli così di superare i diversi candidati su cui gli elettori della destra avrebbero diviso le preferenze. La candidatura aggregante nel centro destra dell’ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli nella lista di FdI, in un bacino territoriale che alle scorse europee aveva espresso come eurodeputato Salvo Pogliese, ha scombinato i piani di Lombardo (complice forse anche l’eccessiva crescita di Pullara). Allora meglio mollare la Meloni che non aveva acconsentito all’altra richiesta di Lombardo, quella di uno o due seggi sicuri alle prossime elezioni politiche, così come Forza Italia alle elezioni del 2013, tramite Miccichè, aveva garantito ai “lombardiani”. Così il patto Lombardo-Miccichè è ormai siglato, ma non ufficializzato. Lo sarà solo se passerà ad Arcore la linea del commissario azzurro siciliano, e cioè la candidatura di Milazzo nella lista di Forza Italia, o in subordine quella di una donna, unico posto disponibile in lista. Nelle ultime ore si fa il nome di Patrizia Monterosso, oggi voluta da Miccichè al vertice della Fondazione Federico II, e già segretario generale della Regione nominata da Lombardo, ma anche per 5 anni nel “cerchio magico” di Crocetta. (Vorl)
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