
Vito ed Emanuele Schifani
Era il pomeriggio del 28 aprile 1980 quando un emozionato ragazzo, appena quindicenne, varcò il portone di via Giovanni Di Giovanni 14 a Palermo, la storica sede del Fronte della Gioventù che ha visto passare per un ventennio generazioni e generazioni della destra giovanile palermitana. Quel giovane era Vito Schifani, l’agente di polizia della scorta del giudice Giovanni Falcone, che 12 anni dopo sarebbe caduto vittima della mafia nella strage di Capaci.
La scoperta della scheda di iscrizione al FdG di Vito Schifani è stata fatta da Francesco Paolo Ciulla, responsabile del Centro librario Occidente di Palermo, che alcuni mesi fa, risistemando l’archivio del Fronte, che era poi stato conservato nella sede di Azione Giovani in via Paolo Paternostro, si è accorto di questo nome, e con orgoglio, lo ha reso noto.
Erano gli anni di piombo, qualche settimana prima era stato assassinato a Roma Angelo Mancia, giovane militante e fattorino del quotidiano missino Secolo d’Italia, e anche in città il clima tra giovani missini e della sinistra extraparlamentare era di scontri, per fortuna solo fisici. Segretario provinciale dei giovani missini era Alberto Carrubba, oggi stimato cardiologo.
Ma non era un giorno qualunque. Proprio in quella data, 35 anni prima, erano stati fucilati a Dongo Benito Mussolini e Claretta Petacci, e come ogni anno a Palermo veniva organizzata una affollata messa in suffragio di Mussolini. Nella sede del Fronte era quindi certamente un giorno di febbrile attività. Vito Schifani, frequentava il primo anno del Ragioneria “Pitagora” e firmò la sua iscrizione alla Corporazione studentesca del FdG “accettandone finalità, programmi e disciplina”.
Una scelta ideale, come quella che fece qualche anno dopo indossando la divisa della Polizia di Stato, che lo portò fino alla scorta del magistrato palermitano, per spegnersi il 23 maggio 1992 in quella deflagrazione sull’autostrada. Quando fu ucciso lasciò la moglie Rosaria, 22enne e il figlio Emanuele di appena 4 mesi, che oggi prosegue il suo impegno per la legalità, come ufficiale della Guardia di Finanza. (Vorl)
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