Vola alto con la mostra fotografica “Scatti d’ali”, esposta da qualche giorno nell’area imbarchi dell’aeroporto “Falcone Borsellino” di Palermo, Giovanni Franco, giornalista palermitano dell’Ansa che, smesso di svelare un ventennio di fasti e “scelleratezze” degli inquilini di palazzo dei Normanni, da diversi anni si dedica alla fotografia.
Nel suo sangue scorre densa la vena dei Quasimodo, famiglia insieme di artisti e di militari, e Franco sa come giocare tra l’illusione della realtà, frammenti di vita ed emozioni sospese. Si riconosce tra le immagini una sua visione della Sicilia e dei siciliani, ma anche una ricerca svagata di attimi svaniti tra i ricordi, da consegnare all’eternità.
Una decina d’anni fa guardando i suoi primi scatti Mike Palazzotto, fotografo e fotoreporter di vaglia, dovette deporre l’atavica diffidenza dei professionisti che osservano i giornalisti cimentarsi nell’ottava arte e lo incoraggiò a proseguire.
E’ un percorso narrativo quello di Franco, tracciato nelle sue esposizioni fotografiche, da “ObiettiVita” nel complesso monumentale ‘Filippo Corridoni’ di Mazara del Vallo, a “Brani di Sicilia” alla libreria Ausonia di Palermo, a “Corso Sicilia” a palazzo D’Amico di Milazzo. Un viaggio evolutivo iniziato con l’ebook “Scattaiolando tra Sicilia e Francia” e che ora raggiunge la pienezza espressiva con “Scatti d’ali”.
“La fotografia è per me un modo per raccontare storie – racconta a parole Franco – a volte un’immagine resta impressa nella memoria più di tante parole. Soprattutto oggi che i selfie, si sono trasformati in una sorta di specchi deformati della realtà con la memoria”. Ma quello che non dice, ciascuno lo può trovare davanti alle sue opere, come un’emozione che prende vita. (V.Orl.)
(sicilia.admaioramedia.it)