Una truffa connessa alla produzione di energia alternativa è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Palermo. I finanzieri, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura palermitana, hanno sequestrato denaro, beni mobili e immobili per oltre 700mila euro nei confronti di tre società e altrettante persone, accusate a vario titolo, insieme ad altri due soggetti, di truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione europea, falso ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti in relazione alla realizzazione di un progetto sperimentale per la produzione di energia solare/termica denominato FAE.
Il progetto FAE – Fotovoltaico ad Alta Efficienza, era stato finanziato con fondi nazionali e comunitari per un importo pari a 1.857.039 euro nell’ambito del piano operativo FERS 2007/2013, concessi dall’Assessorato Regionale delle Attività Produttive della Regione Siciliana. Prevedeva la realizzazione di impianti sperimentali per la produzione di energia solare/termica ad alta efficienza per complessivi 100 Kwp (kilowatt picco) ad opera di un’Associazione Temporanea di Scopo composta da cinque persone giuridiche e dall’Università degli Studi di Palermo. In realtà le indagini hanno consentito di appurare che è stato realizzato e testato un impianto di soli 4 Kwp nella sede di viale delle Scienze – Edificio 16 dell’Università, senza che ci sia stato alcun ridimensionamento dei costi rendicontati in relazione al progetto finale effettivamente realizzato.
Al termine delle indagini sono state denunciate cinque persone fisiche responsabili, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ed emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Sono state inoltre segnalate tre persone giuridiche per l’illecito amministrativo dipendente dal reato di truffa aggravata.
Gli investigatori hanno osservato come le indagini “abbiano fatto emergere una condotta ‘preordinata’ alla fraudolenta percezione di ingenti finanziamenti pubblici, con pari danno per il bilancio nazionale e comunitario, attraverso l’artificiosa rappresentazione di spese mai sostenute”.
La produzione di documentazione falsa, mirata a dimostrare il possesso dei requisiti per poter ottenere il finanziamento e il sostenimento dei costi per la realizzazione del progetto, è stata “massiva e sistematica e ha riguardato anche perizie, contratti di locazione, e persino bollette per il consumo di energia elettrica” scrivono gli investigatori.
(sicilia.admaioramedia.it)