“Dopo il suicidio dell’imprenditore di Gela, Riccardo Greco, occorre rivedere le norme che regolano le interdittive antimafia”. A sostenerlo sono il presidente dell’Associazione caduti nella lotta contro la mafia, Carmine Mancuso, e il segretario Andrea Piazza, secondo i quali è necessaria grande trasparenza in questo delicatissimo settore, che è spesso permeato dalla criminalità organizzata, coinvolgendo la magistratura.
Greco, uno degli imprenditori dell’appalto dei rifiuti che 12 anni fa che con le sue denunce fece scattare l’operazione “Munda mundis” contro chi chiedeva il pizzo, si è tolto la vita qualche giorno fa non riuscendo a sopportare “l’ingiustizia” di una informativa antimafia negata dalla prefettura di Caltanissetta.
“E’ necessario al fine di garantire la legittimità dell’atto – hanno aggiunto Mancuso e Piazza – che nel procedimento venga coinvolta la magistratura penale. Ciò eviterebbe che l’interdittiva antimafia venga impugnata da parte delle imprese eventualmente coinvolte”.
(sicilia.admaioramedia.it)