Nell’ordinanza di accoglimento delle misure cautelari, che ha portato in carcere gli Arata e i Nicastri, emergono diverse volte nomi di esponenti della politica regionale. Infatti Paolo e Francesco Arata, arrestati all’alba di oggi per corruzione e autoriciclaggio, sarebbero stati introdotti negli uffici dell’Assessorato alle Attività produttive della Regione siciliana, guidato dall’assessore Mimmo Turano, dal Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. E’ quanto scrive il gip nella misura cautelare. Sono gli stessi Arata, parlando con un interlocutore, a spiegare “di essere stati introdotti presso l’Assessore Turano dal Presidente dell’Ars, Miccichè”, scrive il gip. A “Turano – prosegue il gip – gli stessi avevano riferito delle loro co-interessenze con Vito Nicastri, dicendogli di averlo conosciuto come valente ed esperto imprenditore del settore energetico e di ritenere che proprio tale ‘’legame’’ fosse la ragione della diffidenza mostrata da alcuni Uffici regionali nei confronti dei progetti della Solgesta s.r.l.”. Arata, va ricordato, era stato parlamentare del gruppo di Forza Italia dal 1994 al 1996, quando lo era anche lo stesso Miccichè.
Paolo Arata e il figlio Francesco, dopo un incontro avuto con l’assessore alle Attività produttive della Regione siciliana, Mimmo Turano, parlando con un interlocutore, hanno raccontato “l’esito favorevole dell’incontro con quell’importante esponente del Governo regionale siciliano, che aveva avuto nei loro confronti un approccio amichevole e si era detto disponibile a sostenere politicamente i loro progetti nell’ambito del biometano”. Lo scrive il gip nella misura cautelare. “Dal colloquio emergeva, peraltro, che era stato proprio Tinnirello (il funzionario regionale arrestato oggi ndr) che evidentemente sapeva dei buoni rapporti tra l’onorevole Miccichè e Paolo Arata, ad avvisare quest’ultimo della presenza presso gli Uffici dell’Assessorato all’Energia del Presidente dell’Ars, cosicché avrebbe potuto incontrarlo ed essere introdotto presso l’assessore regionale all’energia Alberto Pierobon“.
Dalle carte emerge anche come gli Arata fossero stati snobbati da un esponente del governo regionale. L’assessore al Territorio e Ambiente Salvatore Cordaro infatti avrebbe avuto un atteggiamento “di sufficienza” nei confronti degli Arata. E’ quanto emerge dalle intercettazioni ambientali riportate dal gip nella misura cautelare. “Proseguendo, i due aggiornavano l’ingegnere Moscoloni sui loro contatti con l’Assessore all’Energia Alberto Pierobon e con l’Assessore al Territorio e Ambiente Salvatore Cordaro lamentandosi, però, dell’atteggiamento di sufficienza tenuto da quest’ultimo, che sembrava snobbarli benché gli fossero stati raccomandati da Pierobon e Miccichè”, si legge. L’interlocutore, dal canto suo, “mostrando di essere un navigato conoscitore delle dinamiche interne alla politica e alla macchina burocratica regionale siciliana, ribatteva che il personaggio politico fondamentale da compulsare era proprio l’Assessore al Territorio, il cui autorevole intervento avrebbe potuto incidere sui tempi di decisione della Commissione tecnica regionale chiamata ad esprimersi per la verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione impatto ambientale, ndr) dei progetti della Solgesta s.r.l”.
E rispondendo ai cronisti che a Palazzo d’Orleans gli hanno chiesto un commento sull’indagine della Procura di Palermo il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, è lapidario: “Dove Arata prevedeva un impianto privato, il governo Musumeci ha finanziato un impianto pubblico. Arata veniva alla Regione per trovare complici, e invece si trovava di fronte a inesorabili e fermi ‘no’. Uno dei compiti degli assessori è quello di parlare con i cittadini che vengono a bussare alla porta degli assessorati. Arata cercava complici, ha trovato divieti”. “Se dirigenti e funzionari saranno ritenuti responsabili devono marcire in galera, io butterei la chiave”. Nell’indagine è coinvolto, oltre all’ex dirigente regionale Alberto Tinnirello, accusato di corruzione, anche il presidente della commissione regionale per il rilascio delle valutazioni d’impatto ambientale (Via), Alberto Fonte, indagato per abuso d’ufficio. “Tra qualche settimana quella commissione non ci sarà più – ha aggiunto Musumeci – Ho chiesto all’assessore Cordaro di nominarne una nuova nell’ambito di un processo di rotazione necessario. La rotazione avviene perchè è in scadenza. Se avessimo avuto segnali corruttivi li avremmo mandati alla Procura”. (red)
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