Oltre 120 milioni di euro per gli interventi di dragaggio del porto di Palermo e del porto di Termini Imerese, i lavori di rifiorimento della mantellata del molo a Termini Imerese e il dragaggio del porto di Trapani (anche se quest’ultimo non subito a convenzione) sono entrati finalmente a pieno titolo nel PON Infrastrutture e Reti 2014/20, riconosciuti dal Tavolo centrale di Coordinamento delle Aree logistiche integrate all’unanimità. “In tempi record – commenta Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità portuale del Mare di Sicilia occidentale che ha presentato questa mattina gli interventi assieme al viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi – l”Autorità del Mare di Sicilia occidentale è stata l’unica ad aver convocato un Tavolo locale e ottenuto prima del tempo il finanziamento del Tavolo centrale, presentando progetti esecutivi e immediatamente appaltabili”. Sotto la guida del presidente Monti, per la prima volta nell’ultimo quinquennio uno scalo siciliano è tornato ad avere accesso ai finanziamenti comunitari, con opere prioritarie che hanno ottenuto il via libera nel principale strumento di programmazione infrastrutturale del Paese.
Questi, nel dettaglio, i progetti: Porto di Palermo, lavori di escavo del Bacino Crispi n.3 e rifornimento della mantellata (39,3 milioni di euro); Porto di Termini Imerese, lavori di dragaggio del porto (35 milioni di euro) e lavori di completamento del molo foraneo sopraflutto (28 milioni di euro); Porto di Trapani, lavori di dragaggio e rispristino dei fondali (20 milioni di euro). Inoltre, per la prima volta, nel quinquennio di programmazione in corso, da uno dei porti siciliani è pervenuta alla Commissione Europea DG MOVE una candidatura diretta di un porto singolo a valere sullo strumento finanziario diretto della Commissione CEF (Connecting Europe Facility), Transport Call 2018, che finanzia interventi infrastrutturali sulla Rete TEN-T.
L’Autorità di Sistema portuale del Mare Sicilia occidentale, infatti, ha candidato una proposta di cofinanziamento relativa alla progettazione esecutiva di una parte di un’azione infrastrutturale più complessa che riguarda i terminal ro-ro (traghetti) e le connessioni di ultimo miglio per il miglioramento della connessione del porto di Palermo, nodo core della Rete, al resto del Corridoio scandinavo-mediterraneo. Il cofinanziamento copre il 50%, circa 750 mila euro su un totale di un milione e 400 mila.
E il viceministro Edoardo Rixi, conversando con i giornalisti a proposito di eventuali investimenti cinesi in Italia e in Sicilia ha detto: “Giusto aprire la porta di casa, ma bisogna farlo secondo le proprie regole. E’ chiaro che non possiamo diventare un terreno di conquista come è accaduto al Pireo, dove i greci non sono stati assunti all’interno del porto. Se investo a Palermo vorrei che venissero assunti palermitani”. Servono, ha spiegato, “patti trasparenti, mostrando a tutti quello che sappiamo fare”, “ma dicendo che a casa nostra comandiamo noi. Non saremo forti come la Cina ma chi viene in Italia deve sapere che deve contribuire al benessere dell’Italia”. Per quel che riguarda Palermo e la Sicilia oggi forse sono più interessati su altri investimenti e non quelli portuali. Intenzione del governo oggi è di fare in modo che gli investimenti che sono stati bloccati in questo porto ora vengano fatti”, ha concluso Rixi. (red)
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