Dopo la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti i vertici Blutec, la società alla quale era stato affidato il rilancio industriale dell’area di Termini Imerese dopo la chiusura dello stabilimento avvenuta nel novembre 2011, che ha creato apprensione tra lavoratori dello stabilimento e dell’indotto, è intervenuto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
«I lavoratori della Blutec sanno di poter continuare a contare sulla vicinanza del governo regionale. Lo abbiamo ribadito proprio a Termini Imerese dinanzi al ministro del Lavoro, lo riconfermeremo nell’incontro previsto a Roma agli inizi di aprile. Serve un progetto di rilancio dell’area e di recupero delle forze lavoro per il quale la Regione rimane disponibile a fare la propria parte – ha concluso Musumeci – anche sul fronte degli investimenti infrastrutturali».
Infatti il Ministero dello Sviluppo Economico ha convocato il tavolo di crisi della BLUTEC per il giorno 9 aprile alle ore 16.00, per discutere sulla situazione occupazionale e produttiva dello stabilimento di Termini Imerese.
Intanto circa 1.500 persone oggi hanno partecipato a Termini Imerese alla manifestazione a sostegno dei lavoratori ex Fiat. A fianco dei lavoratori, la maggior parte dei quali in cassa integrazione da circa 8 anni, sono scesi in piazza cittadini, studenti e venti sindaci del comprensorio termitano che hanno sfilato in corteo con i gonfaloni.
“Termini Imerese ancora una volta si è stretta intorno ai lavoratori dell’ex Fiat e dell’indotto” Lo ha detto Michele De Palma, segretario nazionale Fiom. “Una manifestazione – ha continuato De Palma – di migliaia di persone, con sindaci, studenti, lavoratori di altri comparti, delegazioni da tutta la Sicilia insieme perchè Termini Imerese è il simbolo di una Sicilia che non si rassegna. Qui oggi si è manifestato per il lavoro, per l’innovazione contro le speculazioni finanziarie e l’illegalità. Sono otto anni che le lavoratrici e i lavoratori chiedono certezze sul loro futuro occupazionale, di fronte a piani industriali che non si sono mai concretizzati. E nonostante la Fiom ai tavoli ministeriali abbia sollevato il problema della mancata realizzazione del piano industriale e del contratto di sviluppo. La vertenza coinvolge complessivamente 1000 lavoratori, di cui 700 ex Fiat più altri 300 dell’indotto, ma considerando il resto degli stabilimenti la vertenza si allarga a tutta Italia e a circa 2.000 lavoratori dal Piemonte all’Abruzzo, fino alla Basilicata”.