
Giovanni Lo Sciuto e Felice Errante
Ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, medico di Castelvetrano, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Trapani hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Trapani, su richiesta della Procura, insieme ad altre 26 persone, in carcere e agli arresti domiciliari, tra cui Felice Errante, ex sindaco di Castelvetrano (vedi tutti i nomi). Sono ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere secreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della c.d. legge Anselmi).
Per gli stessi reati sono stati notificati, nel corso dell’operazione, denominata “Artemisia”, anche 5 obblighi di dimora e una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, nonché notificate altre quattro informazioni di garanzia ad altrettanti indagati, tra i quali l’assessore regionale alla istruzione e formazione Roberto Lagalla. L’indagine ha anche portato alla luce diversi episodi di violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento nei confronti di Lo Sciuto da parte di appartenenti alle Forze dell’Ordine e di esponenti politici regionali quali l’ex presidente dell’ARS Francesco Cascio, tratto anch’egli in arresto, ai domiciliari.
Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura di Trapani, sono iniziate nel 2015 e hanno avuto come fulcro Lo Sciuto, all’Ars dal 2012 fino al 2017 dove è stato vice presidente della commissione formazione e Lavoro, a carico del quale sono emersi gravi indizi di reità in ordine alla commissione di numerosi reati contro la P.A. il cui fine ultimo era costantemente quello di ampliare la sua base elettorale in vista delle varie elezioni e di conseguenza il proprio potere politico.
Le indagini permettevano di accertare che l’ex parlamentare creava uno stabile accordo corruttivo con Rosario Orlando – già responsabile del Centro Medico Legale dell’ INPS, fino al maggio 2016, poi collaboratore esterno dello steso ente quale “medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili”- che riusciva a corrompere, attraverso regalie ed altre utilità, nonché la sua intercessione con l’ex rettore Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione e destinatario di informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo. Da Orlando l’ex deputato regionale otteneva la concessione di numerose pensioni di invalidità, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge.
Ogni pensione di invalidità fatta concedere, in forza del consolidato accordo corruttivo, rappresentava per l’ex deputato regionale un cospicuo pacchetto di voti certi. Circa 70 sono i casi di pensioni di invalidità, attualmente al vaglio degli inquirenti, concesse a cittadini sponsorizzati da Lo Sciuto.
L’ex deputato regionale godeva inoltre del rapporto privilegiato con il presidente dell’ente di formazione professionale “A.N.F.E.” (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), Paolo Genco, anch’egli tratto in arresto, con il quale creava uno stabile accordo corruttivo. Genco infatti gli garantiva sostegno economico e raccolta di voti per le sue candidature, così da rafforzare la sua posizione politica, nonché il suo consenso popolare, strettamente connesso alle assunzioni presso l’ANFE. Lo Sciuto riusciva infatti ad ottenere assunzioni per persone da lui segnalate oltre che appoggio elettorale, anche finanziario. In cambio intercedeva al fine di agevolare la concessione dei finanziamenti a favore dell’ente. Inoltre in qualità di deputato regionale e membro della commissione cultura, lavoro e formazione si prodigava per l’approvazione di delibere e progetti di leggi regionali a favore dell’ANFE.
La complessiva attività di indagine ha dimostrato ancora l’esistenza di una associazione a delinquere promossa ed capeggiata dal Lo Sciuto con la collaborazione, nel settore organizzativo, con alcuni iscritti alla massoneria, associazione che secondo gli investigatori, con certezza indiziaria, vede tra i suoi membri Giuseppe Berlino, l’ex Sindaco Felice Errante Jr., l’ex Vice Sindaco di Castelvetrano Vincenzo Chiofalo e il commercialista Gaspare Magro. Caratteristica precipua di questo gruppo è che gli scopi della stessa non si limitavano alla esecuzione di una serie indeterminata di delitti ispirati da un medesimo disegno criminoso, ma ha avuto ad oggetto anche il condizionamento e l’asservimento dell’attività di organi costituzionali e di articolazioni territoriali della pubblica amministrazione alle finalità segrete del consesso criminoso.
Tali finalità venivano, in particolare, perseguite con modalità che garantivano la segretezza degli scopi associativi e della reale composizione del sodalizio, anche e soprattutto grazie al ruolo di appartenenti alle istituzioni.
Gli investigatori sottolineano che non viene contestata, dal Giudice delle Indagini Preliminari, l’appartenenza alla massoneria in quanto tale. Non viene addebitata infatti alcuna responsabilità al maestro venerabile della Loggia al cui interno si annidava l’associazione segreta, in quanto è emerso chiaramente come il “gruppo occulto”, facente capo a Lo Sciuto, prendesse le decisioni a prescindere dalle direttive della loggia palese e si avvalesse degli aiuti degli appartenenti occulti più che di quelli palesi in caso di bisogno.
La complessiva attività dell’associazione criminosa si esplicava, in particolare, nella conclusione di accordi collusivi con esponenti di rilievo del mondo politico, delle forze dell’ordine, delle istituzioni e degli enti di governo del territorio, del comparto sanità e dell’imprenditoria, nell’infiltrazione nei predetti centri di potere di membri dell’associazione segreta o comunque di soggetti etero diretti dagli associati in modo da strumentalizzarne l’azione al perseguimento delle finalità del sodalizio stesso ed, infine, infiltrando appartenenti al sodalizio criminoso da vincoli di fedeltà all’interno delle logge massoniche e sfruttando a fini elettorali l’appoggio delle logge, appoggio che veniva ricambiato con il sostegno da parte dell’ex deputato NCD alle richieste di nomina, segnalazioni e raccomandazioni provenienti da affiliati alla massoneria – come avvenuto nella scelta fatta dall’ex Sindaco Errante di nominare, su indicazione del Lo Sciuto, quattro nuovi assessori iscritti a logge massoniche.
Tutte condotte finalizzate all’ampliamento sempre maggiore del potere di influenza del consesso criminoso nei settori nevralgici della politica, della pubblica amministrazione e della sanità; giungendo, come nel caso del Comune di Castelvetrano ad un controllo generalizzato e penetrante delle scelte politiche ed amministrative, comune che poi è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, ma che ora dovrebbe tornare al voto il prossimo 28 aprile. Questi raggiungevano anche un accordo con l’ex rivale politico Luciano Perricone, raggiunto da misura cautelare degli arresti domiciliari, finalizzato alla elezione del predetto alla carica di Sindaco in occasione delle elezioni del 2017 (non tenutesi in considerazione del sopravvenuto commissariamento del Comune). (red)
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