Il blitz “Scrigno” dei Carabinieri di Trapani, scuote la città dalle fondamenta. 25 gli arresti, su ordine del gip del Tribunale di Palermo, per i reati di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e danneggiamento. L’operazione disarticola il mandamento mafioso di Trapani, ma tra gli arrestati non solo Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo, considerati “vertice” del mandamento mafioso trapanese, oltre a componenti delle famiglie mafiose di Paceco e di Marsala; ma anche esponenti politici locali “che si offrivano ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento – sottolineano gli investigatori – arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale”. Il più noto certamente è Paolo Ruggirello, deputato regionale per tre legislature, dal 2006 al 2017, fino allo stop quando arrivò solo terzo nella lista del PD in provincia, superato dall’eletto Baldo Gucciardi e dall’attuale sindaco di Trapani Giacomo Tranchida. La candidatura poi al Senato nel marzo 2018 all’uninominale, sempre con il PD, non lo portò a Palazzo Madama per la marea grillina che fece loro vincere tutti i collegi siciliani.
L’inchiesta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, con oltre 200 carabinieri impegnati nel blitz, ha portato contestualmente al sequestro di beni di società e altri esercizi commerciali per un valore di oltre 10 milioni di euro. L’operazione ha portato al sequestro tra le altre cose del Grand Hotel Florio di Favignana. Cosa nostra avrebbe avuto interessi nel gestire il turismo a Favignana, nell’arcipelago trapanese delle Egadi.
Ma Ruggirello non è l’unico politico coinvolto. L’indagine della Dda di Palermo riguarda in totale 33 persone: il lavoro degli investigatori ha ricostruito gli interessi dell’ex deputato all’Ars, ma tra le informazioni raccolte ci sono anche i nomi di altri politici. A partire dai legami di Ruggirello con Lillo Giambalvo, il consigliere comunale di Castelvetrano prima arrestato nell’operazione Eden, poi scarcerato e assolto dall’accusa di mafia ma adesso sotto processo per estorsione. Ruggirello ne fu lo sponsor politico; Giambalvo fu intercettato mentre esprimeva la sua ammirazione per Matteo Messina Denaro; il suo caso fece scalpore e mosse un movimento che nel marzo 2016 portò un gran numero di consiglieri – 27 su 30 – a dimettersi e al conseguente scioglimento e commissariamento prefettizio del consiglio comunale. Destinatari di ordinanza di custodia cautelare anche l’ex assessore comunale di Trapani nella giunta Damiano, Ivana Inferrera, il marito, il noto imprenditore locale Ninni D’Aguanno, l‘ex consigliere comunale di Erice Giovanni Maltese.
A Favignana arrestato Vito D’Angelo, che dopo aver scontato una lunga pena per omicidio, era diventato un punto di riferimento per gli altri esponenti di Cosa Nostra. La cellula isolana si sarebbe occupata anche del sostegno elettorale a un consigliere comunale. (RED)
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