Una rilettura del percorso dell’artista a partire dall’opera di Land Art più grande al mondo. La mostra «La ferita della bellezza. Alberto Burri e il Grande Cretto di Gibellina», al Museo Carlo Bilotti di Roma, da sabato prossimo, 23 marzo, al 9 giugno 2019, è promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Curato da Massimo Recalcati, il progetto espositivo, partendo da questo grande intervento, risale il percorso dell’artista con una selezione di lavori esemplari, letti in relazione alla poetica della ferita, tema che nell’interpretazione di Massimo Recalcati attraversa la sua intera opera, incidendo la materia, disegnando strappi, lacerazioni, crettature, bruciature, giungendo sino a declinazioni inedite che pensano ad una genesi e a un processo di carattere spirituale.
La mostra è patrocinata dalla fondazione palazzo Albizzini, Collezione Burri, dalla Regione Lazio e dalla Regione Siciliana, dal comune di Gibellina e dalla fondazione Orestiadi, con un prestito anche dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Culmine del percorso interpretativo sono le fotografie in bianco e nero di Aurelio Amendola sul Grande Cretto. Fotografo che per eccellenza ha raccolto le immagini di Burri, dei suoi lavori e dei processi creativi, Amendola ha realizzato gli scatti in due riprese, nel 2011 e nel 2018, a completamento avvenuto dell’opera (2015). Nel percorso inoltre, il video di Petra Noordkamp, prodotto e presentato nel 2015 dal Guggenheim Museum di New York, in occasione della grande retrospettiva The Trauma of Painting – filma in un racconto poetico e di grande sapienza tecnica l’opera di Alberto Burri e il paesaggio circostante. Il progetto espositivo itinerante è prodotto e realizzato da Magonza editore.
(sicilia.admaioramedia.it)