“Preme osservare come la prova che in questa sede non venga contestata l’appartenenza alla massoneria in quanto tale è data, da un lato, dalla circostanza per cui non viene addebitata alcuna responsabilità a Giuseppe Gioia, maestro venerabile della Loggia Hypsas, medico dell’ospedale di Castelvetrano, in quanto è emerso chiaramente come il ‘gruppo occulto’ prendesse le decisioni a prescindere dalle direttive della loggia palese e si avvalesse degli aiuti degli appartenenti occulti più che di quelli palesi in caso di bisogno; dall’altro lato, perché alcuni dei soggetti cui è stata contestata l’associazione non solo non sono massoni apparenti (come invece PASSANANTE, MAGRO e BERLINO) ma nemmeno occulti, trattandosi di personaggi di potere che, secondo un accordo segreto, decidevano delle sorti degli enti pubblici della Provincia trapanese”.
Lo scrive, nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari dell’operazione Artemisia, il Giudice delle indagini preliminari del tribunale di Trapani Emanuele Cersosimo.
Ma a leggere queste pagine emerge uno spaccato dove questa loggia occulta, insinuatasi e infiltratasi tra le sei logge di diverse obbedienze massoniche della città di Castelvetrano, si nutra proprio del loro humus. Con allarmanti analogie con la loggia coperta Iside 2 che a Trapani fu scoperta nel 1986 dall’allora capo della Squadra Mobile di Trapani, Saverio Montalbano all’interno del circolo culturale Scontrino.
“L’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto – prosegue l’ordinanza – inseriva soggetti vicini e appartenenti (talvolta in modo occulto) alla loggia all’interno degli apparati della pubblica amministrazione affinché perorassero gli interessi della loggia stessa e non quelli dell’ente di appartenenza, si adoperava per influire sulla scelta dei candidati a cariche pubbliche (in particolare il Sindaco e gli consiglieri comunali del Comune di Castelvetrano), anche mediante la stipula di accordi con gli altri partecipanti all’associazione e la predisposizione di liste elettorali che, in virtù dei sistemi elettorali, garantissero la designazione di persone gradite alla loggia.
Gaspare Magro, dottore commercialista iscritto alla loggia massonica HYPSAS nonchè alla “Giordano Bruno” di Salemi, è comproprietario del fabbricato, acquistato nel 2012 con un mutuo della durata di anni 15 per un totale di euro 440.000,00, sito a Castelvetrano (TP) in Via Parini nn.5/7 ove è attestato il Centro Sociologico Italiano (C.S.I.) interfaccia pubblica della Gran Loggia d’Italia (G.L.D.I.) degli Antichi Liberi Accettati Muratori (A.L.A.M.); centro studi ove sono attestate diverse logge massoniche tra cui proprio la HYPSAS.
Fra gli strumenti utilizzati vi è un’associazione, denominata Centro sociologico italiano, sede di diverse logge, tra cui la HYPSAS. Tale struttura svolge in apparenza attività culturale dichiaratamente di natura non religiosa e non politica (cfr. statuto del C.S.I. in atti). Tale attività è risultata però strumentale alle finalità di costruire e consolidare rapporti confidenziali con personalità politiche, imprenditori locali, funzionari e appartenenti alle forze dell’ordine ed alti funzionari della pubblica amministrazione. In questo senso vanno interpretati i convegni organizzati dal Centro, i quali, da un lato, servivano a fornire all’esterno un’apparente attività culturale – tra l’altro finanziata dal Comune ove la stessa loggia aveva inserito i suoi membri – dall’altro lato, sostanzialmente per creare situazioni di incontro e conoscenza tra gli appartenenti o i non appartenenti ma comunque interessati a eventuali affiliazioni.
Nel caso del gruppo LO SCIUTO, in cui molti (ma non tutti) gli aderenti alla cerchia ristretta erano anche iscritti alla Loggia HYPSAS, ma l’associazione occulta era composta anche da persone non iscritte ad alcuna delle logge scoperte (si veda ad esempio ERRANTE).
Giovanni LO SCIUTO, mai iscritto formalmente ad alcuna loggia massonica, infiltrava all’interno delle stesse soggetti a lui fedelissimi, cui di volta in volta forniva direttive sulle condotte da tenere, giungendo a ordinare loro la cancellazione dalle stesse logge (c.d. messa in sonno), nel momento in cui notizie giornalistiche sollecitavano l’attenzione dell’opinione pubblica sui rapporti tra politica e massoneria. Pur non essendo emersi elementi di collegamento tra la presente indagine e gli ambienti mafiosi, appare necessario inquadrare il contesto storico e ambientale durante il quale tali condotte sono state poste in essere. A tal fine si riporta parte della relazione della Commissione bicamerale di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali la cui attività di indagine si è svolta mediante interlocuzione con il Prefetto, i rappresentanti provinciali delle forze di polizia, la magistratura distrettuale e circondariale, approfondendo anche il tema del rapporto tra Cosa nostra e la massoneria in Sicilia, anche in relazione alla vicenda dell’appartenenza a logge massoniche di alcuni assessori del comune di Castelvetrano (TP), luogo di origine del noto capomafia latitante Matteo Messina Denaro: Nonostante la mafia trapanese sia un’espressione tradizionale di Cosa nostra, già tendente di per sé al controllo economico e istituzionale di un territorio, essa – come accertato non solo nelle sedi giudiziarie ma anche nell’ambito dei lavori della Commissione antimafia da diverse legislature – ha caratteristiche proprie che assumono rilievo sia sulla sua particolare capacità di infiltrazione nella res pubblica sia sulla centralità, in siffatti affari, della cittadina di Castelvetrano. In particolare, l’attuale capo della mafia della provincia di Trapani, il latitante Matteo Messina Denaro, da almeno un ventennio gestisce l’associazione mafiosa e il suo rapportarsi con il territorio secondo regole solidaristiche volte all’acquisizione del consenso degli associati e della società civile. L’imprenditoria, ad esempio, non è vessata dall’imposizione del pizzo ma riceve l’aiuto economico e il sostegno mafioso offrendo in cambio, sinallagmaticamente, la titolarità di quote delle imprese. Pertanto, già la sola contrattazione della pubblica amministrazione con le società private, di fatto, finisce talvolta per avvantaggiare e rafforzare l’associazione mafiosa. Significativi sono, al riguardo, sia i numerosi procedimenti penali sui condizionamenti degli appalti dove si evince, ancora una volta, l’assoggettamento dei pubblici interessi a quelli di cosa nostra e del suo leader Matteo Messina Denaro, sia, soprattutto, i diversi scioglimenti delle amministrazioni del trapanese ex art. 143 TUEL (sette enti dal 1992 al 2012) e i molteplici provvedimenti di accesso ispettivo adottati negli anni, sebbene non conclusi con la misura sanzionatoria, fino a giungere, come si dirà, al giugno 2017 con lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dello stesso comune di origine del latitante. In tale contesto, la cittadina di Castelvetrano è al centro delle dinamiche mafiose della provincia di Trapani non solo quale luogo natale dei Messina Denaro, ma soprattutto perché questi da sempre amministra cosa nostra trapanese attraverso una cerchia di stretti parenti e di fidati amici lì residenti che gli consentono, dunque a tutela della sua latitanza, di evitare una continua permanenza in quel territorio e di mantenere comunicazioni diradate con gli associati.
Pare opportuno osservare come l’associazione definita “Gruppo LO SCIUTO” trovi un celeberrimo precedente sul territorio trapanese, rappresentato dalla loggia segreta Iside 2. Negli anni ’90 fu celebrato, a carico di Giovanni GRIMAUDO, Natale TORREGROSSA e altri soggetti, il processo avanti al Tribunale di Trapani per violazione dell’art. 2 Legge 17/82, reato per il quale gli imputati sopra citati furono dichiarati colpevoli. La lettura della sentenza n. 24/91 del Collegio di Trapani stupisce e colpisce, oltre che per la grande attualità e chiarezza delle motivazioni, anche perché descrive un quadro probatorio e un contesto ambientale e storico del tutto analoghi a quelli esposti nella presente richiesta.
Tra i componenti del consiglio comunale di Castelvetrano eletto nel 2012, vi sono 11 iscritti ad associazioni massoniche. Di tali 11 iscritti, quanto alle obbedienze di appartenenza, 5 consiglieri comunali sono o sono stati iscritti a logge della Gran Loggia Regolare d’Italia; 4 a quelle del GOI e 2 della Gran Loggia d’Italia. Nella nuova giunta assessoriale nominata l’11.02.2015, il numero di assessori massoni aumenta considerevolmente, diventando cinque su dodici membri complessivi della giunta, cioè poco meno della maggioranza. Tre sono o sono stati censiti negli elenchi della GLRI (due figurano come “depennati”) e due (di cui uno con domanda di regolarizzazione) in quelli del GOI.
Ecco uno stralcio dell’informativa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani del 12.11.2018: “si può evincere che nel solo Comune di Castelvetrano insistono ben 6 logge di vario rito (sulle 16 della provincia dell’intera Trapani): ITALO LETIZIA n°345: della Massoneria Universale – La Serenissima Gran Loggia naz. Italiana di Rito Scozzese; DEMETRA ed ENOCH: della Gran Loggia Regolare d’Italia; ORIENTE: della Gran Loggia d’Italia Obbedienza di Piazza del Gesù di Roma; FRANCISCO FERRER nr. 908: del Gran Oriente D’Italia; HYPAS: del Grand Orient de France. La Gran Loggia d’Italia. Inoltre agli atti di quest’Arma è stata rivenuta una comunicazione della GRAN LOGGIA D’ITALIA – Degli Antichi Liberi Accettati Muratori – REGIONE MASSONICA SICILIA – ISPETTORATO PROVINCIALE DI TRAPANI, a firma dell’Ispettore Provinciale, Dott. Giuseppe GIOIA, il quale, il 22.07.2013, comunicava al Comandante della Compagnia Carabinieri di Castelvetrano l’elenco degli iscritti della Provincia di Trapani al “Circolo Sociologico Italiano di Trapani” con sede in Via Parrini, 5 di Castelvetrano (Vds. All. nr. 3). Tale documento, pur non riportando il nome delle logge a cui è iscritto ogni singolo socio, è graficamente suddiviso in 6 gruppi per un totale di 96 adepti. Dall’incrocio dei nominativi elencati, quali soci del Centro Sociologico Italiano Provincia di Trapani nel 2013, con la nota della Questura del 2016, si è riscontrato che la stragrande maggioranza dei soggetti elencati (82 su 96) sono ricompresi in 5 diverse logge massoniche, di Castelvetrano e non: HYPAS ed ORIENTE entrambi (operanti in Castelvetrano); GIORDANO BRUNO (operante in Salemi); GARIBALDI (operante in Mazara del Vallo); FEDERICO II (operante in Trapani); Tutte predette logge, a meno della HYPSAS, appartengono alla GRAN LOGGIA D’ITALIA OBBEDIENZA DI PIAZZA DEL GESU’- ROMA. L’HYPSAS invece…appartiene al GRAND ORIENT DE FRANCE. Altri 2 soci del Centro sono, invece, iscritti nella loggia massoniche MOZART presente nella nota della Questura del 2007 e non più presenti in quella del 2016. Altri 12 sono invece assenti da entrambe le note (del 2007 e 2016). Una particolare attenzione va riposta quindi al Centro Sociologico Italiano Provincia di Trapani, sede della Gran Loggia d’Italia, nel quale è chiaro risiedessero 5 logge massoniche: il presidente come detto è GIOIA Giuseppe279, che oltre ad apparire nell’elenco dei soci da egli stesso fornito, viene riportato quale maestro venerabile della loggia FEDERICO II (operante in Trapani), nonché appartenente alle logge GARIBALDI e HYPSAS; la sede, come si ricava dallo stesso documento consegnato da GIOIA ai Carabinieri, è in via Parrini, 5 di Castelvetrano.
“Questo nuovo gruppo altro non è che la loggia HYPSAS, nata dalla fusione delle logge MOZART, GARIBALDI. Infatti dei 29 iscritti la loggia annovera: 4 già iscritti alla loggia GARIBALDI (di cui GIOIA Giuseppe) e 3 già iscritti alla loggia MOZART, 1 già iscritto in entrambe le citate logge. Tra questi rilevano sicuramente SALVO Vincenzo, già maestro venerabile della loggia GARIBALDI e GIOIA Giuseppe già maestro venerabile della FEDERICO II, nonché presidente del Circolo Sociologico Italiano a cui vecchie e nuove logge fanno e facevano capo. Sono invece 21 i nuovi adepti. Una loggia, quindi, sicuramente influente nel contesto massonico castelvetranese annoverando al suo interno alte cariche interne provenienti da diverse logge e che poteva contare sull’esponente politico regionale LO SCIUTO Giovanni quale loro adepto occulto, con potere di indirizzare le scelte politiche dei “fratelli muratori..”. (fine prima parte)
Leggi la SECONDA PARTE
(sicilia.admaioramedia.it)