(Segue dalla prima parte). “La vicenda relativa alla gestione delle nomine dei vertici del Parco archeologico di Selinunte, – è scritto nell’0rdinanza del GIP – è emblematica di come il potere massonico riesca ad influire sulla pubblica amministrazione e sulla gestione delle nomine dei posti ‘chiave’ ai fini del controllo del territorio (nonché di voti e di fondi pubblici)”.
“L’interesse di LO SCIUTO nei confronti del Parco archeologico di Selinunte era legato, da un lato al bacino elettorale che il controllo del parco avrebbe portato con sé (anche, e soprattutto, in termini di posti di lavoro, da sempre merce di scambio utilizzata dal LO SCIUTO nella gestione politica dei propri affari) e, dall’altro, ai fondi pubblici che il progetto culturale attirava. Il controllo del parco, quindi, per LO SCIUTO era divenuto fondamentale per perseguire i propri obiettivi e, di conseguenza, l’unica via che gli avrebbe assicurato il controllo dell’ente era inserire i “propri uomini” al “posto giusto”. I legami massonici, in tale vicenda, rivestirono un ruolo fondamentale: per controllare il parco era necessario sfruttare i propri legami con i “fratelli”. A tal fine LO SCIUTO riprese i contatti con Nicolò Miceli, detto Nicola, già componente del Comitato Tecnico Scientifico del Parco di Selinunte e Presidente del Club UNESCO di Castelvetrano nonchè iscritto alla loggia DEMETRA nr. 240, operante in Castelvetrano e aderente alla Gran Loggia Regolare d’Italia. Solo grazie all’appoggio della massoneria LO SCIUTO sarebbe riuscito a controllare il parco e le relative nomine ai vertici, così – al fine di raggiungere i propri obiettivi – acconsentì addirittura ad accettare la nomina a direttore del Parco suggerita dal MICELI, suo storico avversario politico. Accettare la nomina proposta dal MICELI, infatti, avrebbe assicurato – in una logica pienamente massonica di scambio di favori e di “posti” – l’appoggio del MICELI stesso al progetto di LO SCIUTO. Per raggiungere i propri obiettivi, inoltre, era necessario anche controllare l’assessorato ai Beni culturali della Regione Siciliana. Ancora una volta, i contatti massonici diventano fondamentali: LO SCIUTO riusciva ad inserire il proprio uomo di fiducia, massone, Giuseppe Berlino, all’interno della segreteria tecnica dell’assessore regionale Vermiglio, assicurandogli un contratto di lavoro a tempo determinato con decreto assessoriale e, dal proprio canto, assicurandosi la presenza “dell’uomo giusto al posto giusto”.
“Evidente, quindi, come all’interno della loggia di appartenenza le diverse cariche venissero spartite “a tavolino”, in un’ottica di controllo totale delle istituzioni e di raggiungimento del comune fine di manovrare gli enti, pubblici e privati, più nevralgici sul territorio di interesse. Gli accordi massonici e le manovre a tavolino consentivano, anche in questo caso, di far convergere gli interessi sulla nomina del direttore del parco archeologico di Selinunte, individuato nell’architetto Enrico Caruso, uomo voluto dal massone MICELI, ma sponsorizzato anche da Giuseppe BERLINO , il quale riuscì, grazie alla propria infiltrazione all’interno dell’assessorato, ad influire sulle decisioni di Gaetano PENNINO, Direttore generale del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana dell’omonimo assessorato regionale. In ogni passaggio della vicenda, come emerge dalle intercettazioni, LO SCIUTO è ben consapevole della necessità di assecondare le richieste degli altri massoni (come, ad esempio, quella del MICELI sulla nomina del direttore del parco), sia perché questo gli avrebbe garantito in seguito il loro appoggio elettorale, sia perché tali preziosi legami gli avrebbero consentito di raggiungere i propri obiettivi. In tale ottica, quindi, si spiegano anche le parole spesso rivolte dal LO SCIUTO a BERLINO, suo uomo di fiducia inserito all’interno dell’assessorato regionale ai beni culturali per tutelare gli interessi del deputato regionale e, più in generale, degli aderenti allo loggia Hypsas: parole sempre volte a sanare i conflitti, a non entrare in contrasto con gli altri fratelli massoni, pur talvolta nella diversità di vedute, perché ciò che contava era sempre il perseguimento dello scopo comune e l’appoggio degli interessi massonici….)”.
“Altra figura di spessore all’interno dell’associazione segreta è ricoperta da Enzo Salvo…è avvocato penalista con studio a Castelvetrano, cognato di Gaspare Magro, che ne ha sposato la sorella. Inserito a pieno nelle logge massoniche: nel 2007 risultava ricoprire la carica di Maestro Venerabile della Loggia G. Garibaldi, che insieme alla loggia Mozart e alla Federico II, rispondevano Alla Gran Loggia d’Italia degli Antichi e Liberi Muratori, ovvero le logge facenti capo al Circolo Sociologico Italiano; del 2013 presente nella lista dei soci del predetto Circolo; nel 2016 risultava fare parte, unitamente al cognato, della loggia HYPSAS; nel 2016, contemporaneamente, risultava iscritto unitamente al cognato anche alla loggia GIORDANO BRUNO operante a Salemi”.
“Il potere assoluto dell’associazione segreta capeggiata dal Lo Sciuto – si legge infine nell’ordinanza -in alcune realtà quale il Comune di Castelvetrano e l’INPS di Trapani ha avuto ed ha una ricaduta drammatica in termini di alterazione grave e preoccupante del suffragio popolare e della tenuta democratica del sistema elettorale, nonché di violazione dei principi costituzionale di imparzialità e buon andamento della attività della pubblica amministrazione”. (fine)
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