Al Tribunale di Caltanissetta, presieduto da Andrea Catalano, è stata la giornata di Silvana Saguto, l’ex presidente della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, accusata di essere la regista di un sistema che aveva gestito in maniera oscura i beni confiscati alla mafia.
“Ecco l’agenda, ci sono tutti, la consegno ai magistrati. Dentro raccoglievo i biglietti che ricevevo ogni giorno per segnalarmi amministratori giudiziari da nominare. Segnalazioni che mi arrivavano da tanti, colleghi magistrati e avvocati”.
Parla davanti ai giudici del tribunale dove è la principale imputata, ed è un fiume in piena. Racconta gli inizi della sua attività: “La mia carriera in magistratura parte nel 1981. Ho avuto maestri come Rocco Chinnici, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Sono stata destinata a Trapani e mi sono occupata fin da subito di misure di prevenzione quando nessuno voleva farlo. Eravamo in piena guerra di mafia ed era il momento in cui si era capito che l’aggressione ai patrimoni era un’arma nella lotta alla mafia e con me, infatti, i sequestri sono aumentati a Palermo del 400 per cento, amministravamo il 45 per cento delle misure di prevenzione di tutta Italia”. Ha spiegato anche di essersi occupata del Maxiprocesso quater e del processo sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Un mese dopo l’inizio di questo procedimento “ci fu la strage di Capaci e mi venne assegnata la scorta. Sono una persona a rischio, la mafia voleva farmi saltare in aria, ma non mi sono mai tirata indietro”.
Poi Saguto ha difeso le sue scelte. “Credo che tutti noi nominiamo periti e consulenti sulla base della fiducia, non sulla base di un elenco”, ha detto rispondendo alle domande del suo avvocato Ninni Reina. Ha anche detto che la sua designazione come presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo fu votata all’unanimità dal Csm e nell’assegnare la sezione, il presidente del Tribunale Guarnotta sottolineò le sue qualità. La Saguto, ha dichiarato inoltre di non aver mai ricevuti soldi dall’avvocato Cappellano Seminara.
“Non pensavo – ha concluso – di dovermi difendere davanti a un collegio, ma non ho mai voluto parlare con altri se non di fronte a un Tribunale. Ho letto gli atti e ho voluto parlare solo con voi. Mi darete atto che non ho rilasciato altre dichiarazioni e nemmeno rilasciato interviste”.
Il processo, ripreso nel pomeriggio per l’esame delle parti civili e il controesame dei pm è stato quindi rinviato a mercoledì 27 febbraio per la prosecuzione del controesame della Saguto, condotto dai pm Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti. Il rinvio è stato disposto data l’ora tarda e per il fatto che i rappresentanti dell’accusa hanno ancora diversi aspetti da sviscerare. Per quella data è previsto anche l’esame da parte dei legali di parte civile.