La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla morte degli otto cittadini italiani nel disastro aereo del Boeing 737 della Ethiopian Airlines. Il procedimento è al momento senza indagati e ipotesi di reato. Nell’incidente, avvenuto poco dopo il decollo dall’aeroporto di Addis Abeba, hanno perso la vita l’archeologo e assessore regionale ai beni culturali, Sebastiano Tusa; il presidente della Ong Link 2002, Paolo Dieci; tre volontari dell’associazione bergamasca Africa Tremila: il presidente Carlo Spini e la moglie Gabriella Viciani, toscani di San Sepolcro, ed il tesoriere dell’associazione, Matteo Ravasio; e tre donne impegnate in attività legate ad Agenzie Onu: Virginia Chimenti, Rosemary Mumbi e Maria Pilar Buzzetti.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, già aggiunto alla procura di Palermo. Sarà utile alle indagini la scatola nera del Boeing 737 della Ethiopian Airlines che è stata ritrovata, secondo quanto riporta la tv statale etiope.
Intanto “l’Associazione nazionale piloti (Anp), a seguito dell’incidente aereo avvenuto ieri, 10 marzo, del Boeing 737 Max 8 della compagnia Ethiopian e a cinque mesi da quello della Lion Air verificatosi in Indonesia con la stessa tipologia di aeromobile, ha richiesto all’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile (Enac) di intervenire su tutte le compagnie italiane che hanno in uso questa tipologia di aeromobile, mettendo a terra le macchine e facendo i controlli necessari”, così come hanno già fatto la compagnia etiope e quella cinese.
(sicilia.admaioramedia.it)