I Finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania, hanno dato esecuzione a 6 ordinanze di misure cautelari, di cui due arresti ai domiciliari, per un’inchiesta su un appalto nella sanità pubblica emesse dal Gip del Tribunale etneo, tra cui il professor Giuseppe Morgia, primario di urologia dell’ospedale Policlinico di Catania, per i reati di turbata libertà degli incanti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione, concussione e riciclaggio, su richiesta della procura guidata da Carmelo Zuccaro.
L’appalto oggetto dell’indagine è la gara del 17 luglio 2018 bandita dal Policlinico universitario Vittorio Emanuele di Catania avente per oggetto “l’approvvigionamento triennale, con opzione di rinnovo semestrale, di dispositivi medici per urologia occorrenti alle aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie del Bacino della Sicilia Orientale (Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Enna), suddivisa in 209 lotti, per complessivi 55 milioni e 430 mila euro.

Il prof. Giuseppe Morgia
Il prof. Morgia in passato ha ricoperto l’incarico di direttore della clinica Urologica dell’università di Sassari, per passare nel 2006 a quella di Messina e nel 2009 a Catania. L’altro indagato ai domiciliari è Massimiliano Tirri, responsabile della “C. BUA S.R.L.”, commercio all’ingrosso di articoli medicali ed ortopedici, di Bagheria. Altre 4 persone, tra cui Tommaso Massimo Castelli (cl. 1979), dirigente medico dell’equipe del prof. Morgia, sono destinatarie della sospensione dell’esercizio del pubblico servizio di medico ospedaliero e dell’attività di agenti di commercio per 12 mesi.
Secondo gli investigatori, pur non avendo alcun incarico formale, Morgia gestiva di fatto la gara in questione, determinando le decisioni della commissione tecnica chiamata a formulare il suo parere su capitolati già preventivamente confezionati “su misura” affinché l’assegnazione dei lotti più significativi avvenisse a favore delle società commerciali disposte ad assecondare le richieste di utilità avanzate dallo stesso.
Per l’assessore regionale per la Salute, Ruggero Razza,”L’emergenza corruzione e’ sempre stata e continua ad essere al primo posto nell’agenda del nostro governo. Da sei mesi tutte le Aziende sanitarie siciliane sono impegnate assieme ad Agenas per l’attuazione del protocollo nazionale sulla corruzione in sanità voluto dall’Anac. Il controllo dei flussi di denaro non può che essere la prima fonte di attenzione e per questo puntiamo sulle nostre Aziende che tante volte sono già state invitate a denunciare comportamenti sospetti all’Autorità giudiziaria. La Regione sarà parte civile in ogni procedimento”. (Red)