Adesso la politica siciliana “scopre” la tonnara di Favignana, e tutti assurgono a esperti di metodi di pesca del tonno rosso, discettando di tonnara fissa, di quote… Una polemica, abbastanza strumentale, esclusivamente perché competenza di un ministero a guida leghista. Ma nessuno aveva mosso un dito quando un mese fa l’azienda che si è assunta l’onere dopo 12 anni di calare di nuovo le reti delle camere per la mattanza a Favignana aveva lanciato l’allarme. Era stato Filippo Amodeo, l’amministratore delegato della azienda “Nino Castiglione”, a preannunciarlo: “l’attuale distribuzione delle quote non garantisce la sostenibilità economica della tonnara”.
Che era successo? Per la prima volta dal 2007 Favignana era tornata a essere autorizzata. Il ministero delle Politiche agricole guidato da Gian Marco Centinaio emanando il decreto “Campagna di pesca del tonno rosso – anno 2019” che ha disciplinato la campagna di pesca 2019, ha inserito nella pesca a tonnara fissa non solo le 3 tonnare di Carloforte e Portoscuso, in Sardegna, ma anche quella dell’isola siciliana e, sempre in Sardegna, di Cala Vinagra. Ma sebbene l’incremento fissato dall’UE per il 2019 fosse complessivamente di 414 tonnellate di tonno rosso, la quota d’incremento riservata alle tonnare fisse era di 29,5 tonnellate.
Per l’impasse che si era creato, ieri è stato firmato dal sottosegretario Franco Manzato il decreto ministeriale che assegna le quote individuali di cattura di tonno rosso per i singoli impianti di tonnare fisse, assegnando alle due nuove tonnare l’intero incremento, che è così di solo 14,5 tonnellate a testa. Quota esigua, certo, ma non è sottraendo quote alle tonnare già operanti che si riequilibra il settore.
La vera battaglia dovrebbe essere fatta contro i sistemi a circuizione, cioè le tonnare volanti che tanti danni hanno fatto, portando la specie a rischio estinzione (ben 3.141 tonnellate, + 255 quest’anno) e palangaro, lo stesso usato per il pescespada (574 tonn., +46), che assorbono il grosso delle quote di pesca del tonno rosso, contro le sole 357 tonnellate per tutte le tonnare fisse.
Basterebbe così redistribuire l’incremento delle quote (un ulteriore incremento la UE l’ha previsto anche per il prossimo anno) in maniera da arrivare almeno a una media di 100 tonnellate per ogni nuovo impianto di tonnara fissa. (Vorl)
(sicilia.admaioramedia.it)