Ha saltato anche il dibattito a Sala d’Ercole ieri pomeriggio sul regionalismo differenziato, tanta era l’importanza che il presidente della Regione Nello Musumeci attribuiva all’incontro che aveva convocato a palazzo d’Orleans con i rappresentanti degli allevatori siciliani sul prezzo del latte e più in generale sulla crisi della zootecnia siciliana, dopo la protesta dei pastori che dalla Sardegna ha raggiunto anche la Sicilia.
Sul tavolo, presenti l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera, e alla Salute Ruggero Razza, con i rispettivi dirigenti generali Carmelo Frittitta e Maria Letizia Di Liberti, i rappresentanti di Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, l’Unione allevatori siciliani e Associazione italiana allevatori, i principali problemi sollevati dall’organizzazione nelle ultime settimane. A cominciare dalla richiesta di istituire un tavolo tecnico permanente tra Regione e associazioni di categoria per affrontare le principali emergenze, come lo sblocco dei bandi per le indennità compensative e per il biologico.
“E’ chiaro – ha sottolineato il governatore Nello Musumeci – che si tratta di un comparto rimasto in passato ai margini dell’agenda politica, ma da oggi gli allevatori non si debbono sentire più soli. Per tutti quei problemi che sono di nostra diretta competenza ci confronteremo fino a quando riusciremo a trovare una soluzione, per gli altri eserciteremo un’azione di pressione, a cominciare dall’incontro previsto domani a Roma al ministero delle Politiche agricole al quale, però, è stata invitata solo la Sardegna. Se, come probabile, non potremo parteciparvi ne solleciteremo uno dedicato appositamente alla vertenza zootecnica in Sicilia”.
“E’ stato un confronto positivo, abbiamo ricevuto rassicurazioni e piena disponibilità da parte della Regione sui temi da noi sollevati. Ora aspettiamo che alle parole si passi ai fatti”, ha detto Salvatore Nasello, in rappresentanza del comparto zootecnico della Cia Sicilia (Confederazione italiana agricoltura).
“Musumeci – ha detto Nasello – ha accolto la nostra richiesta di un confronto continuo con gli assessorati all’Agricoltura e alla Sanità e ci ha garantito ulteriori sforzi per salvaguardare non solo latte e carne ma anche tutta la produzione agricola siciliana. Ci ha promesso che il bando per la misura 4.1 dei fondi comunitari, a sostegno degli investimenti in azienda, sarà più snello e rivolto soprattutto alle piccole imprese che fino ad ora erano rimaste escluse, confermando il tetto di 500 mila euro a progetto. Ci ha anche prospettato un nuovo bando per le misure a superficie, che sblocchi le indennità compensative. Restiamo però col fiato sospeso sul comparto biologico. Abbiamo anche chiesto maggiore tutela contro la concorrenza sleale che affossa le nostre produzioni e maggiore attenzione sulla piaga della massiccia e incontrollata diffusione dei suidi che, oltre ai danni arrecati alle coltivazioni, sono un pericolo sanitario per i nostri capi di bestiame. E’ importante intervenire su questo problema anche a tutela della salute dei consumatori”.

Il vertice a palazzo d’Orleans
La Regione ha confermato che sarà data priorità, nei prossimi bandi del Piano sviluppo rurale, proprio alle micro-imprese giovanili e alle zone montane svantaggiate. A disposizione, in totale, ci sono risorse comunitarie per quasi 140 milioni di euro.
Ma secondo Igor Gelarda, responsabile siciliano enti locali della Lega. gli allevatori hanno preso le distanze dall’iniziativa, facendo sapere di non sentirsi rappresentati dalle sigle di settore. “Salvini ascolterà anche i pastori siciliani – dice -come sta già facendo in Sardegna. Il governo nazionale sarà a fianco dei nostri pastori. Li incontrerò con l’impegno di essere garante delle loro richieste”.“È necessario bloccare l’ingresso selvaggio di produzioni alimentari straniere- aggiunge Gelarda – che fanno concorrenza sleale alle aziende italiane, senza contare i rischi per la salute dei consumatori causati da prodotti di dubbia qualità e provenienza. L’Unione europea – conclude l’esponente della Laega – deve cambiare registro nei confronti dei nostri territori”.
In Sardegna, le trattative istituzionali sono state già avviate – con gli allevatori in assemblea che hanno approvato una bozza di accordo da portare al tavolo del premier Giuseppe Conte, nel corso di un incontro previsto domani, con latte subito a 80 centesimi al litro, poi a un euro.
Contemporaneamente domani in Sicilia è prevista un’altra manifestazione di protesta a Vittoria, in provincia di Ragusa, dopo i litri di latte già versati in strada pochi giorni fa a Poggioreale, in provincia di Trapani, e ad Enna. Malessere che ormai non risparmia nessuna provincia dell’isola.
L’eurodeputato del M5s Ignazio Corrao rilancia il piano messo a punto dal Presidente di Confagricoltura Sicilia Ettore Pottino. “Occorre aumentare il sostegno accoppiato al settore ovicaprino e destinarlo solo ai produttori sardi e siciliani. Oggi abbiamo uno strumento, ed è il sostegno accoppiato della PAC (politica agricola comune), che viene concesso esclusivamente a quei settori che rivestono particolare importanza per ragioni economiche, sociali o ambientali e si trovano in difficoltà. Auspico che il ministro Centinaio riveda urgentemente il meccanismo di assegnazione delle risorse ‘accoppiate’ per la zootecnia, aumentando il budget per il settore ovicaprino e destinandolo esclusivamente alle isole Sicilia e Sardegna, regioni in cui si produce il 90 percento del latte. Così per affrontare la crisi dei pastori siciliani in agitazione in questi giorni. In queste ore – spiega Corrao – ho predisposto un accesso agli atti alle dogane per chiarire finalmente quanto latte arriva in Sicilia e da dove. Ancora una volta, l’ingresso incontrollato di prodotti da altri Paesi, sta mettendo in ginocchio la già flebile economia isolana e gettando sul lastrico i nostri allevatori. Oltre alla pressione dei prezzi bassissimi che sta uccidendo i nostri pastori, in Sicilia arriva cagliata straniera contrabbandata come locale. Occorre un piano di tracciabilità, di controlli e di trasparenza”. “Reputo le misure annunciate da Tajani – sottolinea l’eurodeputato – l’ennesima presa in giro. La promozione dei prodotti non va a beneficio diretto dei produttori, ma alle agenzie e ai professionisti della comunicazione, che non hanno gli strumenti per risolvere in maniera seria le vere problematiche del settore. I produttori – conclude Corrao – hanno bisogno di un sostegno adesso e senza prese in giro”. (RED)
(sicilia.admaioramedia.it)